Penna, mattoni e taccuino: perché amo il giornalismo costruttivo
Prima di quella illustre telefonata, non sapevo a cosa mi servisse una laurea in architettura per fare la giornalista. Poi, è stato così lampante che costruire è diventato lo scopo del mio mestiere.
A telefonarmi, nel 2003, fu Giampaolo Pansa. All’epoca era condirettore de l’Espresso e aveva letto un mio lungo articolo sulla terza pagina della Gazzetta di Parma. Un pezzo dove avevo parlato de Il sangue dei vinti, il suo primo saggio-romanzo storico nel filone revisionista della Resistenza. Mi fece i complimenti e mi disse: «Scrivi con un progetto in mente e cerchi di costruire un senso per i tuoi lettori».
Fu un’epifania, come avrebbe detto il Joyce dei Dubliners. Realizzai, per la prima volta, attraverso le parole del protagonista di mezzo secolo di carta stampata in Italia, che affrontavo il giornalismo con la forma mentis di un’architetta. E unire i puntini mi diede un grande sprint!
Il progetto di un articolo
Di fronte a un argomento di cui scrivere, ragiono sempre come se stessi per far sorgere, dal nulla, uno spazio da abitare. Non uno qualsiasi, ma uno spazio informativo e narrativo in cui il lettore possa vivere felice (1).
È ambizioso? Indubbiamente. Ma non vedo perché dovremmo condannare chi ci legge a vagare in luoghi degradati e desolanti. Realtà distopiche, e non reali, dove non ne va mai bene una, e ci sono solo orde di piromani pronti a bruciare qualsiasi soluzione all’orizzonte.
Per contro, non penso nemmeno che dovremmo far credere a chi ci legge di soggiornare nel Paradiso Terrestre. Realtà utopiche, e altrettanto irreali, dove va tutto bene e si possono dare solo notizie positive.
Il luogo felice per i lettori è quello in cui la storia può essere raccontata per intero, come sta facendo il neonato News48, il primo magazine di giornalismo costruttivo in Italia.
Raccontare una storia per intero vuol dire prestare attenzione tanto alle criticità quanto alle risorse. Esattamente come si fa in un progetto di architettura. Anzitutto, bisogna considerare gli elementi di partenza (per esempio: il terreno su cui sorgerà l’edificio, il paesaggio naturale e antropico circostante, le esigenze degli abitanti, il budget a disposizione, i materiali scelti per la costruzione, le maestranze implicate ecc.). Poi, occorre capire come sfruttarli al meglio.
La costruzione di un significato
Costruire è un’esperienza molto potente: analizzi ciò che hai davanti, lo metti in ordine per importanza e poi provi, collegamento dopo collegamento, a restituire un significato al tuo progetto.
In architettura, cosa accade? Disponi un mattone sopra l’altro e li unisci con la malta per creare uno spazio abitabile. Nel giornalismo? Metti una frase dopo l’altra e le connetti per creare il mondo in cui il lettore viaggerà, mangerà, farà amicizia, lavorerà, amerà e prenderà decisioni, alcune anche di rilevanza sociale. Perché ciascuno di noi è ciò che legge (2).
Questo è il punto: il giornalismo costruisce la realtà. Come mi ha detto un mio studente all’università: «Voi, giornalisti, siete responsabili del sentimento collettivo!» (ho finto di non notare il tono leggermente accusatorio). Ecco: se desideriamo che informare mantenga il suo forte valore civile, è fondamentale aiutare il pubblico a conoscere i fatti e i fenomeni nella loro insostituibile complessità.
La scelta del giornalismo costruttivo
Nel 2020 ho deciso, sentendomi una giornalista costruttiva, di far parte del Constructive Network. Finalmente, ciò che ho sempre perseguito nella mia professione mi accomuna a una super rete di colleghi. Anche loro ritengono, come me, che il giornalismo debba assomigliare più a un cantiere che a un detonatore.
Oggi, 3 maggio, in concomitanza con la Giornata internazionale per la libertà di stampa, si tiene la prima Giornata nazionale dell’informazione costruttiva*. Non è fantastico?
News48 e il Constructive Network, insieme al Movimento Mezzopieno e ad altri professionisti dell’informazione e della comunicazione, hanno pensato di rivolgersi agli addetti ai lavori e all’opinione pubblica. Obiettivo? Promuovere una riflessione su un giornalismo più equo, affidabile, al servizio delle soluzioni e del bene comune. Senza spettacolarizzazione della negatività e incitamento alla polemica.
Tutti, non solo giornalisti e giornaliste, possono seguire sul sito GNIC o sulla pagina Facebook di Mezzopieno questa riflessione a più voci, con collegamenti dalle redazioni di tutt’Italia. È una lunga diretta online, dalle 10 alle 16, che sarà anche possibile recuperare in differita.
Mariagrazia Villa
*Questo articolo è stato scritto per la Giornata nazionale dell’informazione costruttiva 2021 – #GNIC2021
Approfondimenti
(1) Alain de Botton, Architettura e felicità, Guanda, Parma, 2006.
(2) Jodie Jackson, You Are What You Read: Why changing your media diet can change the world, Unbound, London, 2019.
Crediti fotografici
Foto di Gerd Altmann da Pixabay.